Il calcio è lo sport più praticato e conosciuto al mondo, tutte le varie espressioni calcistiche derivano sempre da un’unica madre, l’Inghilterra, dove il calcio è nato, nel 1857. Dalla terra di sua maestà, infatti si è propagato a macchia d’olio prima in Europa e poi in Sudamerica, dove gli inglesi hanno letteralmente trapiantato il football fondando alcune delle squadre che hanno fatto la storia. Un grande contributo è arrivato anche dagli italiani, fondatori – tra le altre – dell’argentina Boca Juniors e della brasiliana Palmeiras.
È qui che sono nate tre scuole di calcio diverse, quella argentina, quella brasiliana e quella uruguaiana. Nei primi anni del Novecento, lo stile sudamericano fa da padrone rispetto al calcio europeo, seguendo un cammino e un’evoluzione differenti dalla scuola europea. Quest’ultima è tesa a una maggiore velocizzazione del gioco, mentre quella sudamericana tende a privilegiare la tecnica individuale.
Nel 1893 nascono diverse federazioni calcistiche come l’Argentine Football Association, che non permetteva si parlasse lo spagnolo durante le riunioni, e l’Uruguay Association Football League, che vede i natali nel 1900 e proibisce le partite la domenica, in onore alla tradizione inglese. La Federazione brasiliana è l’ultima a nascere (1914), anche se questo non le ha poi impedito di divenire, fra le tre, la prima per vittorie e importanza.
Il calcio sudamericano è un misto di passione, romanticismo, amore e “garra charrua” che da sempre coinvolge tutti gli abitanti dell’America Latina, ma anche tanti appassionati di tutto il mondo. Proprio per questo non è poi così lontano filosoficamente dal calcio di strada di cui parliamo abbondantemente nel nostro sito.
Una delle differenze con il calcio europeo, spesso motivo di critica, è la quasi assenza di tattica. Effettivamente è vero. Negli ultimi anni ci sono stati grandi miglioramenti, soprattutto in Argentina forse, ma c’è una netta differenza rispetto allo stile europeo. Questo è uno dei motivi per cui molti giocatori che in Sudamerica sembrano fenomeni abbiano una forte involuzione una volta sbarcati nel vecchio continente, soprattutto a causa del ritmo troppo elevato.
Un elemento fondamentale dalle squadre sudamericane è la passione dei tifosi per la propria squadra; non è possibile rimanere indifferenti davanti al carisma di questo pubblico. I tifosi non la vivono come un semplice schieramento occasionale per passare la domenica senza annoiarsi, ci sono rivalità storiche, come ad esempio quella tra River Plate e Boca Juniors, che sono delle vere e proprie guerre di appartenenza.
Campionati Sudamericani
Se andiamo a parlare di campionati, i più famosi sono quello brasiliano e quello argentino. Inizialmente, entrambe le leghe giocavano un campionato di Apertura e uno di Clausura. Sono partite a girone unico che venivano disputate nella maggior parte delle federazioni affiliate alla Conmebol: tra di loro possono presentare lievi differenze di svolgimento ma, contestualmente, hanno l’obiettivo di garantire equità ed equilibrio. Apertura e Clausura si svolgono all’italiana, con gare di sola andata che durano circa un semestre.
Superliga Argentina e Serie A brasiliana
Oggi tutti e due i campionati hanno preso strade differenti. In Argentina si gioca la Superliga che inizia ad agosto e finisce a marzo, comprende 24 squadre che si sfidano in un girone all’italiana. Il Brasile invece è stata la prima federazione ad avvicinarsi allo stile europeo dei campionati. Nel 2006 ha abbandonato le gare di apertura e clausura per giocare un campionato a 20, con un girone all’italiana che comprendesse andata e ritorno.
Una peculiarità che caratterizza i campionati sudamericani sono le rivalità che si sono create all’interno, che hanno influenzato anche le scommesse online calcio. In Europa con il termine “Clasico” si intende una rivalità molto sentita, viene utilizzato infatti per sottolineare la sfida tra Real Madrid e Barcellona, che vanta alcuni dei calciatori più tatuati del mondo, storiche rivali del calcio europeo. Alla sfida che mette davanti Boca Juniors e River Plate viene aggiunto il prefisso super, così da rendere chiara l’importanza dell’antagonismo; il Daily Telegraph, nel 2017, l’ha riconosciuta come “la più grande rivalità nel mondo del calcio”.
Se il derby di Buenos Aires è la partita di eccellenza del calcio sudamericano, non dobbiamo dimenticarci che ogni stato ha il suo derby, che va oltre la semplice rivalità cittadina. In Brasile, il derby Paulista che si svolge tra San Paolo e Corinthians è considerato il secondo derby del sudamerica e il primo per i carioca come leggiamo anche su fonti come calciomercato. La rivalità va oltre anche il semplice aspetto sportivo, infatti il Corinthians si considera come “la squadra del popolo” e raccoglie la maggior parte del suo sostegno dai sobborghi della classe operaia della città, mentre il San Paolo è la squadra più ricca e borghese.
Ci spostiamo in un altro stato, con un derby forse meno conosciuto in Europa ma considerato tra i più importanti del sud america; il derby tra Penarol e Naciol de Montevideo in Uruguay. La sfida tra queste due squadre della capitale va oltre la semplice stracittadina, infatti in Uruguay l’80% degli abitanti tifa o l’una o l’altra squadra. La competizione si svolge all’Estadio Centenario, nominato dalla FIFA “Monumento Histórico del Fútbol Mundial” (“Monumento storico del calcio mondiale”), utilizzato anche come stadio della Nazionale. Il Centenario può ospitare fino a 65.235 spettatori ed è puntualmente gremito in occasione delle partite tra Peñarol e Nacional, anche se in realtà questo non sarebbe lo stadio di casa di nessuna delle due squadre.
Copa Libertadores
La Coppa Libertadores nacque nel 1960 con il nome di Copa de Campeones de América, prendendo esempio anche nella formula, dalla Coppa dei Campioni d’Europa. Come in quello europeo, infatti, nel torneo sudamericano erano ammesse solo le squadre campioni delle varie federazioni, anche se poi aderirono effettivamente solo le nazioni iscritte alla CONMEBOL, la confederazione calcistica del Sud America.
La finalità esplicita era quella di fornire ai campioni d’Europa un avversario per una nuova prestigiosa manifestazione, la Coppa Intercontinentale. I primi a fregiarsi del titolo di campioni sudamericani furono gli uruguayani del Peñarol, club di Montevideo. Le caratteristiche sono simili a quelle della Champions League, prima una fase a gironi poi una ad eliminazione diretta, anche se fino a pochi anni fa la finale si giocava in un doppio scontro con andata e ritorno.
La Nazionale con il maggior numero di vittorie è l’argentina con 25 vittorie, segue il Brasile con 20. Per ciò che riguarda i singoli club, il più vincente è l’Indipendiente con 7 vittorie, seguito dal Boca con 6, ambedue le squadre sono argentine.